I GHERIBIZZI DI MUZIO ODDI Esponente di spicco di un umanesimo
scientifico che trovava un ideale collocazione nella Corte Roveresca,
Muzio Oddi si cimentò nell'invenzione e nella costruzione di
fortificazioni e macchine da guerra, ma coltivò anche le arti
della matematica e della fisica, dando alle stampe trattati sugli orologi
solari e sull' agrimensura che ebbero grande fortuna. Bene ha fatto,
dunque, Sabine Eiche a recuperare un prezioso manoscritto, sfuggito
agli studiosi di scienza rinascimentale, che rivela un aspetto importante
della variegata personalità di questo illustre ingegnere ducale.
Composti nei primi anni del secolo XVII, quando Oddi si trovava ancora
ristretto nelle carceri perché sospettato di coinvolgimento di
un complotto contro il duca Francesco Maria II, i Gheribizzi rappresentano
il contributo di un valente architetto che vuole 'riscrivere' la composizione
urbana della propria città. Si tratta di un progetto che prevede
un ampliamento ed una differente disposizione degli edifici esistenti
per far posto a nuove istituzioni religiose civili, tra cui un complesso
che possa accogliere il Collegio dei Dottori, da costruire nel denso
agglomerato urbano che circonda la Chiesa di San Francesco. Il testo
è accompagnato da schizzi e disegni che attendevano forse di
essere completati da una successiva indagine approfondita in loco. Un
esauriente saggio d'insieme della stessa Eiche, accompagnato da una
nota di Alexander Marr che pone sotto la propria lente il periodo milanese
di Muzio Oddi, introduce i testi, trascritti dalla curatrice con coscienziosa
perizia: la versione inglese dei contributi rende ancora più
appetibile la riproposta di queste preziose 'carte'.
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