Anna Fucili I primi cento anni di storia della prestigiosa istituzione, legata al nome di Raffaello Sanzio, sono compendiati nelle pagine dense di informazioni di Anna Fucili, che con perizia e passione ripercorre i tratti salienti di un itinerario culturale saldamente annodato alle vicende della città di Urbino. L'Accademia Raffaello, sin dalla nascita avvenuta negli anni successivi all'Unità d'Italia, si è sempre distinta per una operosa attività di respiro internazionale, in virtù della quale è riuscita ad attrarre gli spiriti più illuminati del XIX secolo, dal Tommaseo sino a Rossini e Manzoni. L'attività del sodalizio non si è esaurita in una mera celebrazione degli antichi fasti ducali, ma si è costantemente intrecciata alle vicende dell'Università, del glorioso Istituto d'Arte e della Galleria Nazionale delle Marche, come ha sottolineato nella limpida presentazione Dante Bernini, già soprintendente ai beni artistici. In questa direzione si inserisce l'operazione di recupero del Palazzo Ducale, che nel 1860, come afferma l'autrice, ‘si trovava in completa decadenza ed ospitava addirittura un deposito di grano e di sali e tabacchi'. E si deve alla decisiva opera del primo Presidente dell'Accademia, Pompeo Gherardi, l'inserimento del Monumento tra quelli di interesse nazionale, che necessitava di una lunga operazione di consolidamento e di restauro: nel 1879 veniva portato a termine il ripristino della facciata occidentale del Palazzo con le caratteristiche ‘torricelle', emblematicamente rivolte verso la Toscana, culla del Rinascimento italiano. La pubblicazione nel 1869 di un periodico intitolato ‘Il Raffaello' rappresenta ‘in nuce' la vocazione del sodalizio di affidare alla parola scritta il compito di promuovere le arti: un compito felicemente assolto da coloro che si sono succeduti alla presidenza dell'Accademia, da Luigi Renzetti, al conte Vincenzo Petrangolini a Carlo Bo, sino a Francesco Carnevali, che con raffinata sensibilità ha dato inizio ad una collana di ‘Studi e Testi' che rappresenta a tutt'oggi una perla nel panorama spesso arido dell'editoria contemporanea. |
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