Laura Battiferri Ammannati Esemplata sull' editio princeps del 1560, la silloge poetica di Laura Battiferri si presenta alla fruizione degli studiosi in un allestimento editoriale che restituisce un testo criticamente accertato, dopo l'indagine condotta con acribia da Enrico Maria Guidi sul testimone autografo conservato alla Biblioteca Nazionale di Firenze, che ha costituito il fondamento della prima stampa. La cortina di silenzio che aveva circondato nei secoli successivi la produzione della più conosciuta poetessa urbinate, appena mossa dagli interventi “eruditi” del Crescimbeni e dello Zaccagnini (1903), è stata ora sollevata dal Guidi, che ripropone un corpus poetico che si muove attorno ad alcuni nuclei tematici: l'encomio, l'idillio e uno spirito religioso impregnato di riformismo valdesiano. Ma la varietas dei toni è la spia di un atteggiamento che condurrà la Battiferri ad un petrarchismo di terza generazione e alle soglie del Manierismo. Un nucleo di “proposte” e “risposte” poetiche, testimonia la fitta rete di corrispondenti di varia estrazione, di cui Laura amava circondarsi: nobili, artisti ed ecclesiastici, partecipi di un cerchio culturale che da Roma (luogo di un soggiorno durato cinque anni), si allargava alla Firenze ricca di fermenti di Cosimo I De' Medici, sino alla Siena degli “Intronati”, gli Accademici che l'accolsero, unica donna, col nome di Sgratiata. Preceduto da una introduzione che fa luce sull'attività poetica della Battiferri, il testo critico è seguito da una serie di utilissimi strumenti (indice di capoversi, indice dei nomi e tavola metrica), che rendono l'opera di facile consultazione. |
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