DOCUMENTI URBINATI. Gli inventari del Palazzo Ducale di Urbino, che qui si pubblicano per la prima volta, rappresentano un primo importante contributo per la comprensione e la lettura di un'opera architettonica che rappresentò la sintesi della vita civile rinascimentale. Trascritti con acribia dallo studioso Fert Sangiorgi, essi ci guidano in un percorso affascinante che si snoda alla ricerca degli ambienti più rappresentativi e caratteristici della dimora ducale. Alle notizie sulla disposizione degli appartamenti e delle stanze, si sommano preziose indicazioni che permettono spesso di dirimere questioni importanti quali l'identificazione e l'attribuzione di opere d'arte. Ma sono soprattutto gli adattamenti e le modificazioni d'uso intervenute nel corso di mezzo secolo a gettare una luce nuova sulla vita del monumento, come si può notare già dal primo registro di beni mobili che risale al 1582. Il secondo elenco fu compilato nel 1599, in occasione delle nozze di Francesco Maria II con Livia della Rovere, mentre dieci anni più tardi fu portata a termine la descrizione delle singole stanze del Palazzo nell'imminenza delle nozze di Federico Ubaldo con Claudia de' Medici. Infine il quarto inventario di beni mobili fu redatto nel 1631 alla morte dell'ultimo duca d'Urbino, Francesco Maria II. |
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