YVONNE ZU DOHNA Nella prefazione all’edizione tedesca, Heinrich W. Pfeiffer, S. J., sostiene che «in questo studio la natura, creazione di Dio, viene considerata dall’autrice soprattutto dal punto di vista psicologico. Raffaello si esprime maggiormente in forma femminile, Michelangelo in forma maschile. Le opere d’arte di questi due artisti rivelano le loro anime, l’una e l’altra differenti nel loro incontro con Dio. [L’autrice] sceglie con grande abilità singole opere della produzione di Raffaello e Michelangelo. Vi troviamo Adamo ed Eva nel Peccato originale, la Trasfigurazione di Raffaello e il Giudizio universale di Michelangelo, ma soprattutto l’arazzo di Raffaello con la Conversione di San Paolo e l’omonimo affresco nella Cappella Paolina in Vaticano. Ciò che la interessa in modo particolare è la concezione che Raffaello ha della donna». Nella prefazione all’edizione italiana, l’Accademico Christoph Luitpold Frommel afferma che «come nei giovani di Michelangelo, si sente nelle donne di Raffaello l’esperienza di profonde passioni. L’autrice ci fa comprendere ancora meglio questa differenza esistenziale tra i due maestri. Il Davide di Michelangelo che supera il nemico invisibile, il Cristo della Minerva, che supera la morte, il giudice dell’Ultimo giudizio, che salva le anime e condanna le anime o l’accecato Paolo della Paolina che supera il suo accecamento religioso. Non ci sono figure paragonabili nell’arte raffaellesca. Egli trova il suo ideale nell’anima femminile fino a conferire alla Madonna Sistina e alle Madonne contemporanee i tratti della amata Donna velata. Grazie alla loro forza morale e alla loro fede le due “Margarite” e la Psiche della Farnesina resistono al male e diventano immortali». In conclusione, con quest’opera Yvonne zu Dohna mostra una nuova prospettiva nell’ottica della spiritualità nell’arte del Rinascimento, aprendo una strada nuova per la sua indagine e rappresentazione. |
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