Giuliana Gardelli Nato come catalogo per una mostra di maioliche rinascimentali, questo lavoro della Gardelli si configura come uno studio articolato sull'arte ceramistica di importanti centri quali Casteldurante, Gubbio, Pesaro e Urbino. La produzione di ceramica ha costituito nei primi decenni del Cinquecento una delle risorse culturali ed economiche dello Stato d'Urbino, come riconosce nella lucida presentazione Paolo Volponi, secondo il quale è ingiusto considerare questi autentici capolavori un sottogenere della pittura. In realtà, pur derivando da un lavoro collettivo che aveva origine nelle fornaci e nelle botteghe allora attive, questi pezzi si configurano come oggetti d'arte, attraverso i quali è possibile possedere le fonti della nostra cultura. Basti pensare alle scene mitologiche e ai versetti in volgare che sono riprodotti in un piatto o in una coppa d'uso comune: una maniera che consentiva di appropriarsi di vicende divine a scopo propiziatorio o di esorcizzazione. Il volume è corredato di splendide immagini che riproducono i pezzi provenienti da collezioni private e per la prima volta esposti alla pubblica fruizione nelle sale di Palazzo Ducale. |
|