Walter Fontana
IL MOTO DI RAFFAELLO
E DUE SAGGI GIOVANILI IN URBINO
Urbino 1985
Pagine 36, illustrazioni n. 38
Premio ‘Frontino Montefeltro' 1985

Lo studio ha origine dal ritrovamento in casa Santi del frammento di un bassorilievo raffigurante un angelo. Anche se le parti perdute non permettevano un discorso d'insieme sulla fattura, pur tuttavia una audace congettura consentì a Walter Fontana di ipotizzare una attribuzione dell'opera a Raffaello giovane. Questo in base anche ad approfonditi confronti con raffigurazioni pittoriche animate anch'esse dallo stesso dinamismo. A fronte di una compostezza spesso stereotipo di immobilità espressiva, va riconosciuta all'Urbinate una tensione continua al movimento, testimoniata oltre che dalle “Battaglie” del periodo romano, anche dal “San Michele” e dal “San Giorgio”, personaggi colti nel pieno del loro vigore e del loro impeto. Questo aspetto stilistico ha permesso di risolvere la vexata quaestio dell'attribuzione di un capolavoro conservato nella Galleria Nazionale delle Marche: la “fascia venatoria”, un tessuto ricamato che raffigura la caccia al cinghiale, al cervo e al pesce da parte di alcuni putti nudi e armati. Commissionata attorno al 1504 da Giovanna Feltria per il giovane Francesco Maria della Rovere, il prezioso ricamo dovette essere seguito da Raffaello anche nella fase di esecuzione. Composizione fluida e animata da consonanze simmetriche, vibrante ed insieme armonica, la “fascia” si attaglia stilisticamente alla personalità dell'Urbinate, che nella “Battaglia del Ponte Milvio” raggiungerà il suo momento di dinamismo più alto.

 

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